Il secondo libro di Ilaria Tuti conferma una padronanza stilistico narrativa rara nel panorama attuale e già questo è un buon motivo per leggerlo. Esiste infatti un vero godimento nell’entrare in una storia che scorre sapientemente tra descrizioni, introspezioni, tensioni e colpi di scena.

Al centro del romanzo la Tuti pone le vicende che accadono in Val Resia, facendoci scoprire l’unicità e “misteriosità” della popolazione di questa valle, che possiede lingua e tradizioni che risalgono a secoli fa e che sono la chiave di lettura per comprendere quello che accade, tra omicidi macabri, misteri che si perpetuano, segreti di una vita che riemergono e che pesano sulle esistenze di chi ne è coinvolto. Il commissario Teresa Battaglia e il suo braccio destro Massimo Marini, insieme al resto della loro squadra, arricchita da due new entry – una ragazza e un cane -, sono chiamati a dipanare quello che a tutti gli effetti rientra nei cosidetti cold case, sempre con quella posizione umana fondata sulla immedesimazione e pietas che contraddistingue l’operato di Teresa e dei suoi collaboratori.

Sullo sfondo un rapporto sempre più intimo, di amicizia vera tra la Battaglia e Massimo, uno sguardo umano sulle reciproche vite che permette loro di star di fronte ai propri drammi, alle proprie ferite, senza alla fine “morirci dentro” ma anzi trasformandole in risorse per rispondere al proprio destino.

Un libro più antropologico e meno esistenziale rispetto a “Fiori sopra l’inferno”, ma come spesso accade quando si esordisce con un capolavoro c’è sempre un po’ il rischio di rimanerne schiavi.

Un libro in ogni caso da portare assolutamente in vacanza quest’estate, possibilmente in montagna.

Andrea Salini

Ninfa dormiente: la trama del libro di Ilaria Tuti

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.

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