Fiorirà l’aspidistra: la trama

Fiorirà l’aspidistra” (Keep the Aspidistra Flying, 1936) è ambientato nella Londra degli anni Trenta. Il protagonista è Gordon Comstock, poeta alle prese con l’aspro conflitto tra realtà e vita dedicata all’arte. Dopo aver lasciato un “buon posto” in un’agenzia pubblicitaria, accetta un lavoro da commesso in una libreria. Figlio della piccola borghesia inglese, si ribella alla morale della sua classe che lo vorrebbe individuo rispettabile e, appunto, con un buon posto di lavoro. Il suo vero nemico, però, è il denaro, che diventerà una vera ossessione. La lotta e gli ideali di Gordon lo porteranno verso una vita misera e sporca, che lui stesso sentirà come propria, nonostante l’amore e il sostegno della fidanzata Rosemary e dell’amico Philip Ravelston, ricco e sensibile direttore di una rivista letteraria. Il simbolo della mediocrità e della rispettabilità borghese è la pianta di aspidistra. Gordon ne possiede una, che maltratta nel tentativo di farla morire. L’aspidistra è tenace e lo perseguiterà in ogni luogo, come una nuvola nera che lo segue sopra la testa. Si crogiola nella propria vita misera fino a quando un evento inaspettato gli sconvolge l’esistenza. Rivaluterà, quindi, i propri ideali? Accetterà le nuove prospettive?

Fiorirà l’aspidistra: la recensione

Romanzo ambientato a Londra, negli anni trenta. Il protagonista è Gordon, un ragazzo ventinovenne di estrazione borghese, che per via dei suoi valori, si ribella alla morale della sua classe sociale, rinunciando ad un buon posto di lavoro e a tutti i privilegi connessi.
Gordon ingaggerà una lotta spirituale contro il sistema capitalistico e con tutto ciò che ruota attorno al denaro ed al consumismo.
Questa battaglia interiore lo porterà a condurre una vita misera e squallida, nella più nera indigenza, ma a cui lui stesso, nel suo intimo, sentirà di voler appartenere.
Dopo varie peripezie, lui stesso sentirà di voler sprofondare talmente in basso, da abbandonarsi al mondo e rimuovere ogni traccia della propria esistenza.
Al centro del romanzo, vi è dunque quella società in cui Orwell, per il tramite di Gordon, ne denuncia lo stato di degrado nonché la condizione di un mondo apparentemente vivo, ma in realtà, corroso e depravato dal Dio denaro.
l’aspidistra, è una pianta che nella società del tempo, simboleggiava la mediocrità e la rispettabilità borghese. Gordon ne possiede una, che però maltratta fino al punto di farla morire, ma la pianta è talmente tenace che alla fine lo perseguiterà in ogni luogo.
Dopo una vita alienante, ci sarà un evento completamente inaspettato che sconvolgerà la sua esistenza e che in breve tempo metterà in discussione tutti i suoi ideali.
Non aggiungo altro, per non rovinarvi la magia di questa opera che, pochi sanno, ma ha dei ritratti autobiografici con l’autore, nell’epoca in cui, in quegli anni, viveva tra Londra e Parigi, e oltre a fare l’insegnante nel tempo libero scriveva opere.
Che dire? nulla, sebbene sia un’opera meno conosciuta rispetto alle altre più blasonate, per me resta un libro straordinario, incredibilmente entusiasmante ed imperdibile.
Ci saranno sicuramente tante analisi e riflessioni profonde sul tema, garantito.

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